Le politiche fiscali portate avanti dalla Spagna sono estremamente interessanti, soprattutto ove rapportate a quelle in vigore nel nostro Paese, per le quali non di rado si evoca la vera e propria oppressione fiscale.
Tra gli aspetti più interessanti della normativa iberica, va ricordala la tassazione in vigore nella Zona Speciale delle Canarie.
Un regime fiscale ancora più favorevole che nel resto del Paese, derivante dall’esistenza di uno statuto che assegna a questa zona alcuni privilegi di carattere economico, al fine di favorirne lo sviluppo.
Quali sono le imposte alle Canarie?
Anche il regime fiscale delle Canarie, come quello iberico, prevede la presenza di tre imposte principali:
- sulle società, denominata IS;
- sulle persone fisiche, l’IRPF;
- sui non residenti.
Alla terza categoria sono iscritti tutti coloro che non trascorrono almeno 183 giorni all’anno in Spagna e le persone giuridiche che non abbiano il loro interesse prevalente sul suolo iberico.
Cos’è la Zona Speciale delle Canarie?
La Zona Speciale delle Canarie è stata ideata proprio con lo specifico fine di fungere da strumento per una crescita economica delle isole in questione e il regime privilegiato dovrebbe avere termine alla fine del 2019.
L’arcipelago ha potuto usufruire di questa agevolazione in quanto rientrante a pieno titolo nelle cosiddette Regioni Ultraperiferiche.
L’Arcipelago Canario, Comunità Autonoma delle Canarie, questa la vera denominazione, proprio grazie al suo status rappresenta una sorta di piattaforma distinta dalla bassa fiscalità, situata come una sorta di crocevia da cui si smistano le rotte aeree e marittime più importanti in grado di collegare il vecchio continente non solo alla parte occidentale del continente africano, ma anche all’America Latina.
La Spagna punterà probabilmente a rinnovare la convenzione con l’Unione Europea, ma va ricordato che le imprese per approfittare della tassazione speciale dovevano iscriversi entro l’ultimo giorno del 2013.
Perché è conveniente il regime fiscale Canario
In pratica, il meccanismo imperniato sulle deduzioni fiscali a favore delle piccole realtà imprenditoriali intenzionate ad un reinvestimento in loco di quanto dovrebbe invece essere versato all’Agenzia delle Entrate, può consentire di arrivare ad una tassazione limitata appena al 4%, il livello che viene raggiunto nel caso delle iniziative più importanti, ovvero quelle che riescono a soddisfare una serie di requisiti e condizioni particolari.
Un livello di tassazione che non ha eguali in Europa, tanto da spingere alcuni osservatori a bollare la Zona Speciale delle Canarie come una sorta di paradiso fiscale.
Le Canarie non sono un paradiso fiscale
Va però specificato con forza come le Canarie non siano assolutamente un paradiso fiscale. A dimostrarlo è la loro mancata inclusione nella cosiddetta Black List che comprende i paesi bollati come tali a livello internazionale.
L’arcipelago gode in pratica di un Regime Economico e Fiscale (REF) tale da puntare con particolare forza sulla differenziazione in modo da promuovere uno sviluppo economico e a fungere da camera di compensazione rispetto al freno determinato dagli effetti dell’insularità.
Deduzioni e incentivi per chi decide di aprire un’attività alle Canarie
Il regime di tassazione alle Canarie presenta un largo numero di deduzioni e incentivi, tra i quali:
- l’esenzione dalla tassa sui “Trasferimenti Patrimoniali e Atti Giuridici Documentati (ITP e ADJ)” a favore delle nuove imprese domiciliate alle Canarie che optino per il loro ampliamento o per la delocalizzazione e dell’IGIC in caso di acquisto di beni per investimento;
- riduzione del 50% sull’IS e sull’IRPEG che derivi dalla vendita di prodotti agricoli, industriali, di allevamento o pesca nell’arcipelago;
- riduzione della base imponibile IS sino al 90% degli utili non distribuiti che vengano destinati all’acquisto di beni immobili nelle Canarie.