Il mondo del lavoro è troppo maschilista? Ancora oggi, nel 2019, si avverte fortemente l’esigenza di riconoscere alle donne almeno un giorno dedicato a tutte loro. Di sicuro un problema potrebbe esserci, se si pensa che siamo al penultimo posto in Europa per l’occupazione femminile (dati Eurostat del 2018), e che solo la Grecia riesce a fare peggio di noi.
Certo, non solo il mondo del lavoro è maschilista e non tutto lo è, ma la riflessione inevitabilmente finisce per ricadere su questo.
L’uomo-centrismo del mercato del lavoro è dimostrato da tanti fattori: dalle norme che regolano la maternità, che concedono alle giovani madri ben 3 mesi dopo il parto a stipendio pieno, ad esempio. Dagli stipendi riconosciuti alle donne, che, a parità di posizione ricoperta, sono più bassi di quelli dei colleghi uomini; dalle tipologie di contratto, sempre più precari e più flessibili, che vengono proposti con maggiore frequenza alle donne rispetto che agli uomini. A questo si contrappone tuttavia, un tasso di scolarizzazione maggiore nelle donne e accompagnato per di più da migliori livelli di profitto.
Un modo per uscire da questi sistemi discriminatori potrebbe essere certo la scelta dell’imprenditorialità. Piegandomi anch’io alla disparità tra i sessi, nei mesi scorsi ho spesso descritto delle idee imprenditoriali, che ho etichettato come “opportunità rosa”. Questa scelta si spiega con la consapevolezza che, partendo da questa nostra cultura, da questo nostro sistema educativo e formativo, da questo nostro mercato del lavoro, da questi nostri rapporti familiari e interpersonali, possano esistere delle attività più “interessanti” per le donne, che per gli uomini.
Certamente in un mondo ideale non esisterebbe questa differenza…ma noi viviamo in questo mondo. Cosa possiamo fare per cambiare?